di Maddalena Nardi
Iniziamo l’anno con gesti nuovi. Vi racconto la mia breve storia di “contagio green” di questi primi mesi del 2020.
Tra i miei nuovi propositi c’era quello di mettermi più in forma. Per questo mi sono iscritta in una nota palestra per sole donne dove lo staff, giovane, dinamico e preparato, mi ha accolta col sorriso e mi ha motivata a dare il meglio. Ho notato subito che, come spesso accade in realtà pur tanto frequentate, non c’era traccia di raccolta differenziata, quando in particolare la plastica si consuma spesso sotto la doccia o per bere. Va detto che sempre più persone hanno la propria borraccia, ma le creme, lo shampoo… sono ancora spesso in packaging di plastica. Dopo la prima settimana ho fatto presente la cosa, ma non pretendendo da loro, già molto impegnate, o dalla ditta di pulizie (spesso particolarmente di corsa) di provvedere alla cosa, bensì proponendomi io come fautrice del cambiamento: avrei portato un contenitore dedicato, facendo qualche cartello in giro e ogni volta, uscendo dalla palestra avrei raccolto la plastica differenziata. Massima resa senza che neppure lo staff se ne dovesse accorgere… ma a tale richiesta mi è stato detto di no! Potevo arrabbiarmi e desistere (magari cambiando palestra), ma ho pensato che a volte cambiare, anche se in meglio, spaventa. E la rabbia non è mai stata una buona consigliera. Forse ancora queste persone non mi conoscevano, potevano ritenermi inaffidabile, quindi perché avventurarsi? Ma non mi sono data per vinta! Ho chiesto a tante frequentatrici della palestra se fossero d’accordo con me, o se potessero vivere male il cambiamento che proponevo: eravamo tutte in piena sintonia. Non si può pensare che nel 2020 anche solo 1 bottiglietta di plastica non vada nella raccolta differenziata! Ho insistito, gentilmente, chiedendo un incontro con la direzione e quando mi è stato concesso le perplessità sono venute meno e abbiamo pattuito che il progetto di riciclo andasse in porto.
Questa è la foto dell’allegro contenitore dove da allora chi finisce dei contenitori di shampoo, crema, acqua o balsamo, può conferire la plastica e che io svuoto felice. Ci abbiamo guadagnato tutti: l’ambiente per ovvi motivi, le frequentatrici che hanno un’alternativa green (arriveremo a regalare delle borracce prima o poi, statene certi!), lo staff che ha meno pensieri ed io che devo proprio andare tutti i giorni in palestra ad allenarmi, altrimenti chi vuota la plastica?!
Al di là del fatto in sé, mi piace sottolineare che per contagiare positivamente gli altri, portandoli verso scelte di vita più in sintonia con la natura, oltre all’esempio, possiamo lavorare sul dialogo, cercando di capire le persone che abbiamo davanti, parlando loro con sincerità e gentilezza, proponendoci in prima persona di aiutarle nella transizione verso gesti green, senza pretendere che altri agiscano al posto nostro, ma facendo noi per primi.
Adesso tocca a voi, contagiate gente, contagiate! E scriveteci le vostre storie alla pagina FB: www.facebook.com/vivere.sostenibile.3 o via email a redazione@viveresostenibile.net