La Transizione agroalimentare

di Davide Bochicchio

E’ necessaria una Transizione in ambito agroalimentare? E’ come se chiedessi “è necessario mangiare?” O meglio “vi piacerebbe mangiare anche domani?” La risposta penso sia scontata.

Secondo le più diffuse proiezioni, nel 2050 raggiungeremo la ragguardevole cifra di nove miliardi di esseri umani e la prima domanda che ci si pone è: come li sfameremo, visto oggi siamo sette miliardi e uno già soffre la fame? Abbiamo altro terreno coltivabile? No, solo zone marginali e alle spalle abbiamo solo terreni desertificati dall’agricoltura intensiva. Abbiamo qualche tecnica innovativa che ci possa aiutare a produrre di più? Di tecniche ne abbiamo tante e sempre nuove, ma l’agricoltura industriale ha segnato il passo, le prospettive di incrementi produttivi si allontanano e nel frattempo l’esaurimento dei terreni e delle risorse avanza. Abbiamo qualche asso nella manica che magicamente sistemerà tutto? Certo che li abbiamo, una bella crisi mondiale e uno spettacolare cambiamento climatico che presto ci godremo in 3D! La “rivoluzione verde” ha intensificato le produzioni agricole triplicandole in poche decine di anni, ma questo è costato e sta costando tantissimo in termini di risorse non rinnovabili. Da qualche anno a questa parte però ci si è accorti che il percorso intrapreso è insostenibile, ma incapaci di immaginare qualche cosa di diverso rispetto ad una crescita esponenziale la soluzione trovata è l’intensificazione sostenibile, un ossimoro geniale. Quello che è chiaro è che l’attuale modello non è un’opzione, e che, se per assurdo si riuscissero ad aumentare le produzioni, in barba alla crisi delle risorse e al cambiamento climatico, dovremmo produrre dal 70 al 100% di alimenti in più per sfamare tutti. Inoltre, visto che noi umani abbiamo la tendenza a distribuire gli alimenti in modo non equo, si è scoperto che un aumento delle produzioni globali non risolverebbe la fame del mondo (come non l’ha risolto fino ad ora). Qui si fermano le idee della civiltà occidentale e da qui parte il nostro lavoro di Transizione. Una soluzione potrebbe essere quella di diventare responsabili della nostra alimentazione, autoprodursi, a livello di comunità, tutto ciò che possiamo scambiando le eccedenze con altri allargando sempre di più la rete di relazioni e di responsabilità. Il futuro alimentare sarà nel piccolo, non nel grande, reti di aziende produrranno per la comunità ed essa sarà protagonista attiva nella produzione del proprio cibo. In questa idea non c’è niente di nuovo, le comunità sono sempre state responsabili della propria alimentazione, la produzione è sempre stata vicino al consumo. Quello che possiamo fare è aggiungere oggi a questo modello di agricoltura “locale” tutta la tecnologia e le conoscenze che abbiamo. Al fianco di questo sarà necessario un netto cambiamento di stile alimentare, ma che avverrà naturalmente non appena ci riapproprieremo della nostra alimentazione. Il lavoro da fare è immenso, è veramente appassionante e la buona notizia è che ci stiamo già lavorando in molti. Buon lavoro e buon appetito.

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Impara a fare l’orto naturale con noi!

Corso di 1 giorno: Domenica 3 marzo 2019

Temi affrontati:

  • i principi dell’orto naturale
  • le lavorazioni e la preparazione del terreno
  • la concimazione naturale e il compost
  • la programmazione dell’orto
  • come abbinare le piante
  • la pacciamatura
  • scambio di semi
  • macerati per aiutare l’orto
  • messa a dimora dei semi in letto caldo

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