di Linda Maggiori
Smart city, cioè città intelligente. Che cosa c’è di più stupido di una città intasata e soffocata dal traffico veicolare? Ce lo chiediamo ogni giorno io, mio marito e i nostri bambini, spostandoci quotidianamente a piedi, in bici, o coi mezzi pubblici (da anni non abbiamo l’auto per scelta).
La gente si sposta al 76% in auto, riempiendo le auto con 1,2 passeggeri, spostandosi per lo più nel raggio di 10 km (dati Aci-Istat, Ministero del Lavoro).
l tempo che impiegano queste auto a percorrere il loro tragitto, tra traffico, ricerca del posteggio, manovre, è maggiore del tempo necessario a compiere lo stesso tragitto in bici o coi mezzi pubblici, se questi avessero corsie sicure e preferenziali.
E’ il paradosso della modernità che evidenziava Ivan Illich in Elogio della Bicicletta. Oltre un certo quantum di energia procapite, la qualità della vita e la stessa democrazia dimuniscono anziche aumentare.
Roma ha 76 auto ogni 100 abitanti, primato in Europa e un’estensione di strade urbane (4135 metri per abitante) che è più del doppio dell’estensione delle strade di Parigi, Londra e Madrid(Commission for integrated transport Uk). Nonostante questo gli ingorghi sono allucinanti. Le strade occupate dalle auto rallentano i mezzi pubblici, sono pericolose per le bici, così da ostacolare la mobilità sostenibile in una spirale senza fine. Tutti fermi a boccheggiare tra lo smog.
E chi prova a dire “limitiamo il traffico, estendiamo le zone ciclo pedonali, imponiamo divieti…” viene rimproverato: “Eh no, l’auto è necessaria, sennò come facciamo a muoverci?”
Sarebbe da ribattere: “E noi come facciamo a respirare?”
Davanti le scuole è emblematico. Auto che parcheggiano, retromarciano, zigzagano, inchiodano, ci ripensano, lottano per conquistare un metro, per far fare un metro in meno ai figlioli (cuori di mamma). Chi va in bici o a piedi, una minoranza coraggiosa, è costretto a respirare smog e fare lo slalom tra le auto.
A Odense, Danimarca, 4 bambini su 5 vanno a scuola in bicicletta, anche col brutto tempo! Piste ciclabili, isole pedonali in un ampio raggio intorno alla scuola, precedenza assoluta ai pedoni e ciclisti. Anche per questo (e per una mentalità più aperta) molti bambini vanno a scuola da soli.
Anche Oslo prevede di eliminare completamente le automobili dal centro cittadino entro il 2019. Madrid prevede di vietare l’ingresso alle auto in un’area di due chilometri quadrati nel centro cittadino. Amburgo progetta una “rete verde”, di spazi interconnessi ai quali le persone potranno e dovranno accedere senza automobile. Entro il 2035 tale rete coprirà il 40% di Amburgo e includerà parchi, aree gioco, campi sportivi e cimiteri. Parigi vieterà le auto a gasolio e raddoppierà la rete ciclabile. Copenhagen può vantare oltre 350 km di piste ciclabili e presenta uno dei tassi di motorizzazione più bassi d’Europa (27 auto ogni 100 abitanti).
Non a caso anche quest’anno Copenaghen ha vinto la classifica della città più “bike friendly” del mondo. Ricordiamo che nessuna città italiana è mai arrivata tra le prime venti.
Che cosa aspettiamo a rendere anche le nostre città più intelligenti e senz’auto?