di Maddalena Nardi
Intervista esclusiva al bolognese Giorgio Trotter che, appena andato in pensione, ha deciso di partire. Non solo, ma con il suo fedele Labrador Otto.
Conosco Giorgio Trotter da molti anni. Lavoravamo a Bologna, lui come dirigente di banca, io come impiegata in un’azienda vicina e spesso si pranzava insieme. Nel tardo pomeriggio ci accomunava la pratica buddhista, i corsi di meditazione prima, i colloqui di counseling e focusing poi, i racconti dei nostri gatti. Poi un giorno, quando già la mia di vita aveva preso tutt’altre strade lavorative, ci siamo rivisti e mi ha detto: “tra due anni vado in pensione e con un cane farò il Cammino di Santiago”. Ho strabuzzato gli occhi…
Il 3 maggio di quest’anno lui, che ha compiuto 65 anni ed è appena andato in pensione e il suo cane Otto, un cucciolo di Labrador trovato in canile, sono partiti da Bologna, passando per il santuario della Beata Vergine di San Luca dove ha fatto apporre il primo timbro sulla sua credenziale da pellegrino, e si sono incamminati per un viaggio a piedi che li porterà a Santiago di Compostela e poi a Finisterre a vedere l’Oceano. Di certo è un pellegrino allenato: “da 13 anni – ci dice – sono accompagnatore per conto della sezione bolognese del CAI e ho già affrontato ferrate e vie piuttosto impervie, oltre a vari cammini qui in Italia, anche se una ‘gita’ così lunga è una novità anche per me.
Questo viaggio sarà un percorso di passaggio tra gli anni del lavoro e la pensione. La mia fede buddhista tibetana, si coniugherà con ogni altra religione.”
M.: Sei mesi a piedi dall’Italia alla Spagna: 3.200 chilometri, passando per il mare ligure e i Pirenei, per arrivare sul cammino del Nord che accomuna da secoli tanti pellegrini. Come sono stati Giorgio, questi primi giorni di cammino? Con il tempo così rigido… addirittura la neve, come state tu e Otto?
G.: Non è stato facile… ho dovuto cambiare completamente il percorso. In alto sui nostri Appennini (Corno alle Scale, Abetone e Cimone) sicuramente non si passava, causa neve e quindi con l’aiuto della Sezione del CAI di Bologna abbiamo costruito un percorso alternativo tutto più basso, ma purtroppo su strada.
Questo è stato il primo insegnamento di questo viaggio: accettare i contrattempi e considerarli come nuove eventualità di percorso.
M.: Come è stata l’accoglienza nelle prime tappe?
G.: La scelta di dove dormire, salvo le prime due notti, è stata casuale. Anzi il sabato pomeriggio prima della grande neve è stato il cagnone Otto a tirare per andare in un Agriturismo sopra Castel D’Aiano. Ho conosciuto gente curiosa che voleva sapere tutto della nostra storia, accogliendoci con il cuore. Gente che voleva raccontarci davanti al fuoco del camino la loro di storia. Potrei dire che esiste ancora un’Italia del pellegrinaggio.
M.: Cosa ti aiuta giorno dopo giorno ad andare avanti?
G.: Questo per me è un viaggio di scoperta. Scoperta di me stesso, scoperta della gente e delle loro storie, scoperta del territorio che a piedi si vede al rallentatore. La voglia di fare esperienza e il contatto con chi mi segue da casa mi ha aiutato fino ad ora a superare le difficoltà incontrate. Poi chissà che non riesca ad apprezzare ancora di più la natura che ci circonda… Su questo Laura de Il Giardino di Pimpinella è stata la mia ottima insegnante.
M.: Chiunque abbia fatto anche solo un piccolo pezzo del Cammino di Santiago ne è tornato cambiato. Io stessa me lo porto nel cuore come una delle cose più belle che ho fatto in vita mia. Ancora mi nutre… sei pronto a cambiare passo dopo passo grazie a quello che sperimenterai?
G.: Io credo che il cambiamento sia già iniziato, cara Maddalena, e sono passati solo pochi giorni. Sarà un’esperienza forte e dura da affrontare. Procedo fin d’ora con il cuore aperto e su questo il buddhismo rappresenta per me un’ottima sponda, un valido aiuto per non rimanere ancorato ai miei pregiudizi.
M.: Come ti possiamo seguire in questa avventura? Ho un dubbio: farai a piedi andata e ritorno? O, come molti fanno, il ritorno te lo concedi in poche ore di aereo?
G.: Abbiamo, io e Otto, una pagina Facebook su cui mettiamo di volta in volta il nostro viaggio, si chiama: Otto la mia vita a sei zampe con l’omaccione.
Se poi qualcuno vuole fare un piccolo tratto di strada assieme a noi è il benvenuto!
Come torneremo non lo sappiamo ancora. Non in aereo in quanto il cagnone non merita la gabbia e la stiva. Forse in treno… Ci penseremo dopo il 6 Novembre, data del nostro ipotetico arrivo a Finisterre, dopo aver lasciato la conchiglia all’Atlantico…
M.: Fantastico! Buen Camino Giorgio e Otto, siamo con voi!