Terapie antitumorali dal succo delle mele

Un gruppo di ricerca italiano, dell’Isa-Cnr, ha analizzato i processi con cui alcune varietà di mele riescono ad agire in qualità di antiossidanti sulle cellule tumorali

“Ho messo in tasca una piccola mela… Ho messo in tasca una piccola mela”: così suonava una celebre canzone di Francesco De Gregori di qualche anno fa; un ritornello che dovremmo tenere bene in mente, visti gli sviluppi dell’ultima ricerca di un gruppo di studiosi dell’Istituto di Scienze dell’alimentazione del Cnr, in collaborazione con il Dipartimento di chimica e biologia dell’Università di Salerno. Protagonista indiscussa è la mela, fonte inesauribile di proprietà benefiche, e la sua ben nota ricchezza di antiossidanti: da diversi anni, infatti, la letteratura medico-scientifica annovera la mela come un alimento di fondamentale importanza, anche nella prevenzione dei tumori al colon. Sulla base di queste teorie, il gruppo di ricerca dell’Isa-Cnr, per la prima volta, ha cercato di capire i processi molecolari che sarebbero in grado di agire sulle cellule malate. Concentrando l’attenzione sul succo delle mele, i ricercatori del Cnr hanno analizzato i polifenoli in esso contenuto per cercare di carpirne la funzione antitumorale: “Abbiamo studiato, per la prima volta in modo specifico, quali molecole antiossidanti vanno ad agire e su quali specifiche proteine della cellula”, spiega Angelo Facchiano, uno dei ricercatori coinvolti nel progetto. Dopo i test di laboratorio è emerso come le varietà di mela Annurca, Red Delicious e Golden Delicious siano tra le specie con una maggiore concentrazione di polifenoli. “Il succo con i suoi polifenoli è capace di ostacolare la replicazione ed espressione del DNA nelle cellule cancerose del colon, impedendo loro di duplicarsi e di far crescere la massa tumorale – spiega il dottor Facchiano – Inoltre, abbiamo scoperto che le proteine su cui i polifenoli potrebbero agire sono le stesse su cui agiscono alcuni farmaci antitumorali recentemente sviluppati”. Per studiare i composti della mela, potenzialmente con azione preventiva, e le loro interazioni con le proteine dell’uomo, i ricercatori si sono avvalsi di tecniche di bioinformatica e di simulazioni molecolari, oltre a quelle di chimica analitica. La metodologia, innovativa sotto molti aspetti, ha permesso un gran numero di esperimenti, limitando l’utilizzo di reagenti costosi e di strumentazioni complesse. Concretizzata la scoperta scientifica, ora si apre la strada a ulteriori indagini che possano portare, in tempi prossimi, alla messa a punto di terapie mirate che utilizzino le qualità antitumorali delle mele.